21 Ott La finestra di tolleranza
La Finestra di Tolleranza è uno dei modelli principali che informano il mio percorso di Embodied Resilience.
È un concetto elaborato da Dan Siegel, neuropsichiatra di UCLA, che descrive uno stato del nostro sistema nervoso autonomo che ci permette di rispondere al mondo intorno a noi, soprattutto nei momenti di stress, in modo adattativo e resiliente, una zona di attivazione ottimale che ci permette di rispondere in modo appropriato e energeticamente sostenibile.
‘La finestra’ ha un livello ottimale di attivazione dove possiamo autoregolare il nostro sistema nervoso autonomo per coltivare l’ascolto e la consapevolezza, sviluppando la capacità di vivere nel momento presente, sentendo e tollerando le sensazioni ed emozioni anche intense e difficili che si possono presentare.
E’ uno spazio dove possiamo ‘stare con’ tutta l’intensità del nostro mondo più intimo di emozioni e sensazioni che si presentano nell’incontro con il mondo in situazioni e relazioni a volte stressanti o addirittura traumatizzanti.
Per me il concetto della Finestra di Tolleranza è anche un modo di comprendere lo spazio di cui scriveva Viktor Frankl, lo spazio che riusciamo a nutrire fra lo stimolo e la risposta corrispondente.
La nostra capacità di abitare quella zona “temporale-emotivo” fra stimolo e risposta ci regala quello che Frankl definisce la nostra libertà, che per me vuol dire anche ‘Agency‘: la capacità dell’individuo di agire con autonomia nel prendere decisioni per sé.
Ti è mai capitato che qualcuno ti tagliasse la strada quando stai guidando e magari sei di fretta e sei in ritardo?
Cosa succede?
Ti arriva all’improvviso una cascata di risposte fisiologiche ed emotive, per esempio una sensazione di calore che sale alla testa, il battito del cuore, una parolaccia … o forse senti paura e ti arrivano tremolii e sudore freddo e magari voglia di piangere.
In quel momento, stai uscendo dalla tua Finestra di Tolleranza, con una risposta di attivazione (le famose ‘lotte o fughe’) o magari una risposta di disattivazione, più vicino alla risposta del ‘freeze’ o congelamento.
Di solito questi momenti di reattività passano abbastanza velocemente e ci calmiamo, tornando nella nostra finestra.
Si può pensare al giocatore di tennis che si sposta con grande attivazione per prendere il tiro e poi torna alla sua posizione ‘neutra’ dove può meglio rispondere alla prossima mossa.
Il nostro sistema nervoso autonomo ha due rami principali che si chiamano simpatico (mica tanto 😉 e parasimpatico.
Entrambi i sistemi sono correlati ad una serie di re-azioni a catena neurofisiologiche a seconda degli stimoli che incontriamo.
Quando il nostro sistema nervoso autonomo è resiliente ed equilibrato, riusciamo a gestire gli alti e i bassi attraverso un lavoro armonico fra simpatico e parasimpatico, ovvero attivazione e disattivazione. Ma quando non abbiamo sviluppato bene questa capacità di resilienza a causa di traumi passati non ben integrati, possiamo uscire facilmente dalla nostra finestra e trovare delle difficoltà nel rientrare.
Per esempio talvolta siamo immersi in un sottostrato costante di ansia e diventa più difficile controllare le reazioni emotive, oppure quando persiste un momento di depressione e non hai proprio voglia di fare nulla.
Nessuno può né dovrebbe sempre restare dentro la finestra, ma avere una maggiore consapevolezza che “stiamo fuori”e sapendo quali sono le strategie che possono aiutarci a tornare dentro sono risorse preziose che ci aiutano a rafforzare la resilienza quotidiana nonostante gli eventi della vita che si presentano.
Possiamo insieme comprendere meglio qual è e come è la tua finestra di tolleranza (ci sono momenti in cui la nostra finestra è bella larga ed altri in cui è più stretta) e identificare le tue risorse per poter meglio navigare dentro la tua zona di attivazione ottimale e tornare quando ne esci.
Puoi imparare attraverso le pratiche di movimento, mindfulness e connessione autentica come migliorare la percezione e l’utilizzo delle tue risorse interiori per affrontare le sfide e le opportunità che la vita ci pone.
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