11 Ott TRA STIMOLO E RISPOSTA
“Tra lo stimolo e la risposta c’è uno spazio.In quello spazio risiede il potere di scegliere la nostra risposta. Nella nostra risposta c’è la nostra crescita e libertà.”
Viktor Frankl neurologo, psichiatra, filosofo & sopravvissuto all’Olocausto
In momenti intensi e carichi, come questo sia a livello individuale che collettivo, torno spesso a questa citazione illuminante e ispirante di Viktor Frankl.
In questi ultimi mesi di silenzio vi ho sempre pensato.
Ho continuato il mio lavoro con piccoli gruppi e con alcuni anche in individuale; ho approfondito i miei studi sul trauma (completando la formazione di base di Trauma Sensitive Mindfulness) e ho passato momenti difficili come molti tra noi.
Qualche mese fa, mi sono (ri)trovata inaspettatamente dentro un vortice di riacutizzazione dei miei ‘soliti’ sintomi, e anche qualcuno nuovo 🤔 Il mio sistema immunitario (sicuramente per qualche motivo protettivo e amorevole 🙂) è partito in quinta e i suoi effetti concreti erano sfiancanti e poco simpatici.
Cognitivamente so bene che il cammino verso la ‘guarigione’ e una relazione di fiducia con il proprio corpo non è mai lineare, ma quando ci troviamo dentro un nuovo momento di sconforto è facile temere che stiamo tornando ‘indietro’.
Proprio in quei momenti di confusione e immobilità torno alla citazione di Viktor Frankl e mi focalizzo sullo spazio che lui descrive, spesso sfuggente, fra lo stimolo /sintomo e la (mia) reazione.
È normale che nei momenti di difficoltà e sfiducia, soprattutto quelli che riguardano la salute, le nostre reazioni possono essere ‘colorate’ dalle emozioni e sensazioni che appartengono più ai momenti di trauma o sofferenza del passato che non alla realtà o situazione del presente. (Quando trattiamo il trauma, chiamiamo questi momenti ‘triggers’ o ‘cause scatenanti’).
In questi momenti torno a frugare dentro il mio baule delle risorse consolidate e tiro fuori ciò che mi aiuta a (ri-)orientare quando mi trovo in una situazione inaspettata e a radicarmi nel mio presente invece di sentirmi prigioniera del passato.
Lavorando con le nostre risorse e strategie possiamo scoprire la speranza anche nei momenti più bui e riconoscere tutto il sostegno che abbiamo dentro e attorno a noi nel momento presente… è proprio per questo che riferisco al baule delle risorse come il nostro ‘hope chest’, letteralmente il ‘baule della speranza’.
Penso che in questo momento storico lo spazio di cui parla Frankl stia collettivamente contraendo.
Come comunità l’intensità di questo periodo ha attivato le nostre ferite e i nostri traumi individuali e collettivi dell’ultimo anno e mezzo e di conseguenza le nostre reazioni sono più legate ai traumi del passato che alla situazione del momento attuale.
Potrebbe essere utile aprire il nostro ‘hope chest’ “comune” per alimentare ed ampliare lo spazio fra stimolo e reazione.
So che quando questo spazio collassa nella mia vita viene a mancare la possibilità di riflettere e diventa più facile proiettare sugli altri. La voglia di tornare a un momento precedente, quando non c’era tanto disagio, è forte.
Vedo questi impulsi in atto al livello collettivo. Sento che nel trovarci ancora immersi nell’incertezza c’è rabbia e frustrazione nell’aria e di conseguenza una spinta a colpevolizzare ‘l’altro’ per il fatto che non si è trovato ancora un modo di tornare alla ‘normalità’ (l’idea della “normalità” è un altro aspetto importante, ma questo lo affronterò in un futuro articolo…)
Forse ora è un buon momento per frugare nei nostri ‘hope chests’ individuali per recuperare lo spazio e prendere un bel respiro e osservare le sensazioni ed emozioni che arrivano nel momento, con tutta la loro complessità ed intensità. Questo attimo di ascolto potrebbe regalarci la possibilità di vedere le varie opzioni e le scelte a noi disponibili, in cui abbiamo più ‘margine di manovra’ e così la possibilità di rispondere invece che reagire.
Sono convinta che nutrendo ed espandendo questi nostri spazi individuali di dialogo e compassione con e verso noi stessi possiamo contribuire ad un senso di maggior compassione, dialogo e responsabilità anche a livello collettivo.
La libertà e la creatività si rendono più disponibili quando riusciamo a stare con lo stimolo senza reagire impulsivamente o ‘di pancia’ ad esso, e questo potrebbe essere una grande risorsa per il collettivo.
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